Una società globale ingiusta, nonostante le dichiarazioni internazionali, gli impegni dei governi, gli interventi delle istituzioni statali e sovrannazionali, costringe miliardi di essere umani a vivere in povertà, senza i diritti fondamentali, soggetti a discriminazioni, violenze e sfruttamento. Le immagini dei bambini delle periferie del mondo, le statistiche sulle morti e sulle diseguaglianze fanno ormai parte della coscienza del nostro mondo globale e sollecitano il bisogno di andare oltre le ideologie e le politiche e di intervenire in prima persona insieme alle tante altre persone che si avvicinano e si incontrano con più facilità grazie anche allo sviluppo dei mezzi informatici e di comunicazione. Le azioni di solidarietà si moltiplicano e in Italia portano alla crescita dei soggetti del privato sociale e a un maggiore coinvolgimento dei cittadini.

 

La nascita dell'adozione a distanza si fa risalire al 1958 quando negli Stati Uniti missionari del PIME formarono il "Club Missionario dei Genitori Adottivi" al fine di aiutare a distanza i bambini orfani di una missione in Birmania. In Italia le prime adozioni a distanza sono state avviate agli inizi degli anni 1972/3 da missionari e da privati cittadini impegnati nel Terzo Mondo. Negli anni ottanta e novanta, anche a causa della crisi della cooperazione statale e del crollo delle utopie politiche, questo tipo di solidarietà si diffonde sempre di più coinvolgendo anche il mondo laico. Secondo il governo attualmente ogni anno sono 1.500 i miliardi donati attraverso l'adozione a distanza. Secondo il censimento del Forum delle Associazioni per l'adozione a distanza i bambini sostenuti dagli italiani sono circa 500.000.
Il termine adozione a distanza che dall'inizio in Italia ha denominato questa forma di solidarietà è ancora oggi quello più diffuso, anche se la parola adozione può creare confusione con l'adozione giuridica e può portare il sostenitore a pericolose illusioni di possesso o di un vero rapporto filiale. Inoltre il termine adozione a distanza si sta sempre più inflazionando e viene utilizzato anche per iniziative a favore di animali, di opere d'arte e per raccolte di fondi generiche. Sono quindi in uso altri termini: solidarietà a distanza, sostegno a distanza, adozione morale a distanza, affido a distanza, madrinato, padrinato, borse di studio, sponsorizzazione, ecc.....
Caratteristica di questa forma di solidarietà, comunque la si chiami, è che gli aiuti vengono portati e dati nel paese dove si trova la persona, senza che questa debba abbandonare il proprio contesto familiare, sociale e culturale, favorendo così lo sviluppo della stessa comunità locale. Non si tratta solo di un aiuto economico, ma richiede anche un coinvolgimento attivo: una responsabilizzazione del sostenitore e l'assunzione di un diverso stile di vita coerente con i valori di solidarietà. Per questo viene richiesto un impegno morale e non giuridico, significando che la libera scelta di solidarietà è più forte e vincolante di qualunque contratto.
Obiettivo principale e immediato della solidarietà a distanza è il superamento delle difficoltà che impediscono l'autosviluppo del bambino, della famiglia o dei soggetti a cui si indirizza l'aiuto. Dare loro le possibilità e gli strumenti per la propria crescita: è il fine che accomuna il sostenitore, l'associazione e il referente locale, che periodicamente verificano e ridefiniscono i termini dell'intervento.
Obiettivo a lungo termine è provocare nelle comunità del sostenitore e della persona aiutata quel cambiamento culturale e sociale che porti a rapporti umani basati sulla fratellanza e sulla giustizia. A volte si tratta di obiettivi mirati su certe problematiche sociali che incidono negativamente sulle condizioni di vita di certi paesi. Così ad esempio progetti di adozioni a distanza in paesi a forte prostituzione minorile dove il sostegno prevede anche il rafforzamento delle famiglie e la coscientizzazione sui diritti dei bambini, ecc..
Il bambino, la famiglia, la scuola, il villaggio, la comunità locale in stato di bisogno sono le persone che attraverso l'adozione a distanza sono aiutate a superare momenti di difficoltà e ad acquisire le capacità di una propria vita dignitosa.
Il referente locale è la persona, spesso carismatica, che sta in "prima linea". Può o meno far parte dell'associazione, conosce bene la realtà e le necessità del territorio e si impegna a segnalare i casi da aiutare, a raccogliere e inviare le informazioni sugli adottati e sulla situazione sociale, a promuovere lo scambio epistolare se previsto, a gestire e distribuire gli aiuti economici secondo gli accordi presi, a controllare il positivo e utile svolgimento dell'adozione, a verificare la permanenza dello stato di bisogno. La fiducia sull'onestà, sulla competenza e sulla disponibilità del referente è condizione fondamentale per l'avvio dell'adozione a distanza e la sua collaborazione è preziosa per il buon andamento del progetto. Spesso il referente viene invitato in Italia per una conoscenza diretta con i sostenitori e periodicamente i responsabili dell'associazione si recano nei luoghi del progetto per verifiche e approfondimenti.
Il sostenitore in genere è una persona o una famiglia, ma sono diffuse anche adozioni a distanza fatte da gruppi di amici, da scuole, da colleghi d'ufficio, da negozi, da sindacati, da enti locali, da condomini. Oltre al senso di solidarietà, in particolare verso i bambini, si possono aggiungere altre e diverse motivazioni: lo scopo educativo verso i propri figli o nell'ambito scolastico; la simpatia o il sostegno a un determinato popolo o paese; il volersi impegnare concretamente a favore di certe classi sociali a rischio come: donne, bambini di strada, orfani, handicappati; il ricordo di una persona cara scomparsa o come regalo per un matrimonio o un anniversario ( invece delle spese per fiori, pranzi o per oggetti di circostanza ).
Le organizzazioni, associazioni ed enti, che propongono la solidarietà a distanza sono tantissimi e di diversa natura: di origine cattolica (la maggior parte) e laica, costituite come gruppi informali, associazioni di fatto, enti religiosi, enti morali, associazioni di volontariato, organizzazioni non governative, onlus. Diversi realizzano solo progetti di adozione a distanza, altri anche microprogetti, progetti di cooperazione, adozioni giuridiche internazionali, iniziative sociali e ambientali. La maggior parte delle organizzazioni sono localizzate nel nord e centro Italia; negli ultimi anni si sono costituite anche associazioni che dipendono direttamente o sono collegate a più grosse organizzazioni estere. Nel 1997 è nato "La Gabbianella - Coordinamento per l'adozione a distanza" che oggi associa 37 organizzazioni del settore. Il Comitato Italiano Sostegno a Distanza è invece formato da 5 Associazioni che in origine si occupavano di adozione giuridica internazionale e che oggi hanno anche progetti di sostegno a distanza.
Il Forum delle Organizzazioni per l'adozione a distanza si è costituito nel 1999 come luogo di informazione, di confronto e di approfondimento. Il Forum, al cui primo incontro hanno partecipato 91 organizzazioni, ha realizzato un censimento sull'adozione a distanza in Italia e la Carta dei principi del sostegno a distanza per tutelare questa forma di solidarietà e in particolare gli interessi degli adottati e dei sostenitori.
Lo Stato attraverso: le Commissioni Infanzia del Parlamento, il Dipartimento agli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio e il Ministero degli Affari Esteri, di fronte alla rilevanza economica e sociale delle adozioni a distanza, si è posto l'obiettivo di tutelare i cittadini sostenitori, di favorire questa forma di solidarietà e di collegarla alle sue iniziative di cooperazione, agendo in collaborazione con le organizzazioni del settore.
La Scuola è l'istituzione più interessata ai progetti di adozione a distanza in quanto questa esperienza per la sua concretezza e per il fatto che in genere si rivolge alla problematica dell'infanzia è facilmente utilizzabile nella didattica interculturale. Sono molte le singole classi, gli asili nido, le scuole pubbliche e private che adottano a distanza. Gli alunni, e spesso anche le loro famiglie, vengono coinvolti direttamente attraverso un piccolo contributo mensile, ognuno ad esempio da 1000 lire, oppure con l'organizzazione di una festa scolastica o di altre iniziative di raccolta fondi. Assumono molta importanza lo scambio della corrispondenza, gli incontri organizzati periodicamente con rappresentanti delle organizzazioni e con i referenti quando vengono in Italia così come tutto il materiale che può essere utilizzato a scopo educativo. Quando l'adozione a distanza è a favore di una scuola tra le due istituzioni si possono sviluppare forme di gemellaggio con visite reciproche di insegnanti, scambio di esperienze e iniziative di collaborazione.
Il progetto di adozione a distanza si costruisce a partire dalla richiesta di aiuto che perviene dai rappresentanti di una associazione locale, da un missionario o da un operatore sociale; persone che i responsabili delle organizzazioni spesso già conoscono, stimano e il cui lavoro viene molto apprezzato. Di solito occorre comunque una o più visite in loco per elaborare nel dettaglio come finalizzare il progetto, come intervenire e i mezzi economici necessari. Viene individuata la persona che coordinerà gli interventi con le persone adottate a distanza, quella responsabile della gestione in loco dei fondi, la cui correttezza e competenza devono essere fuori discussione, e chi si occuperà di trasmettere le informazioni, seguire lo scambio di corrispondenza con i sostenitori e mantenere i collegamenti con l'organizzazione italiana. Alcune associazioni nei paesi di intervento costituiscono delle proprie sezioni o delle strutture collegate. Il progetto, per attenuare la discriminazione fra chi viene sostenuto e chi no e per coinvolgere la comunità locale, può prevedere che la gran parte del contributo vada alla persona adottata a distanza e una percentuale (20/30%) per iniziative a favore di altre persone nella medesima situazione di bisogno: ad esempio doposcuola comunitari o posti di salute, ecc.. Altre volte i progetti di adozione a distanza si integrano o sono complementari con altri progetti di cooperazione nella stessa località: ad esempio il progetto di costruzione di una scuola e l'adozione a distanza dei suoi alunni. Questi progetti integrati quando vengono realizzati da organizzazioni diverse sono una ottima esperienza di collaborazione e di valorizzazione delle singole specificità.. Si tratta quindi di avviare la sensibilizzazione in Italia, diffondendo le informazioni sul progetto attraverso i canali propri dell'organizzazione, per il sostegno al primo gruppo di persone da adottare a distanza.
La scelta delle persone da sostenere viene fatta dal referente locale in base ai criteri generali previsti nel progetto e alla sua esperienza nella realtà locale. E' un compito difficile dato che innumerevoli sono le situazioni di bisogno e c'è la consapevolezza di intervenire in modo determinante sul futuro delle persone. Comunque chi viene aiutato è una ricchezza per la sua comunità sia perché il sostegno in genere si estende anche alla sua famiglia sia perché spesso accade che queste persone, specialmente se adulte, svolgano a loro volta attività di solidarietà.
La scelta delle persone da sostenere non è definitiva: il referente verifica che l'aiuto sia utilizzato come strumento di crescita secondo le finalità del progetto e se la persona aiutata rifiuta di impegnarsi e si adagia sulla sua situazione di "assistito", dopo adeguate sollecitazioni, può decidere di sostituirla con un'altra persona altrettanto bisognosa di aiuto.
Prima di iniziare una adozione a distanza è bene informarsi sulle caratteristiche di questa esperienza, sulla natura e sull'affidabilità dell'associazione e riflettere soprattutto sulla serietà della propria motivazione, che può sì essere spinta dall'emotività o dai sensi di colpa, ma che deve essere decisa coscientemente perché la persona che aiuteremo ha già tanti problemi senza che ne aggiungiamo altri noi. Per noi può significare utilizzare parte del nostro superfluo, per chi è nel bisogno è sicuramente un cambiamento profondo della sua vita. E' bene iniziare questo atto di solidarietà non solo con la disponibilità a "dare", ma anche a "ricevere": non per sentirsi a posto con la propria coscienza, bensì cogliere questa opportunità come un fattore di crescita culturale e umana che ci può aiutare a migliorare il nostro stile e le nostre scelte di vita. Non è da trascurare la dimensione globale dell'adozione a distanza per cui questa scelta, che si aggiunge a quella simile di milioni di persone, ha una valenza sociale e politica già oggi in quanto: influisce sull'economia dei paesi aiutati e ne favorisce l'autosviluppo, contribuisce a mantenere il primato della persona e dei suoi diritti quale valore fondante della comunità internazionale e attua una formazione a rapporti umani rispettosi delle diversità e solidali che avvicinano la conoscenza e l'integrazione dei popoli.
L'informazione sulle caratteristiche dell'adozione a distanza in genere avviene attraverso l'esperienza di un amico o l'articolo di un giornale. Il "passaparola" è stato ed è il più valido mezzo di diffusione di questa solidarietà. Ma ogni progetto di adozione a distanza ha le sue proprie caratteristiche: in relazione al paese, alla situazione locale, al tipo di bisogno, agli obiettivi particolari e alla filosofia dell'organizzazione proponente; inoltre l'esperienza altrui è più un fatto soggettivo che una regola generale. Per questo una consapevole informazione deve anche basarsi sulla conoscenza della documentazione dettagliata del progetto scelto: la situazione sociale locale, il tipo di aiuto, i beneficiari della solidarietà, l'impegno economico: le scadenze e la durata, la possibilità di scambio epistolare o di eventuali viaggi, la periodicità delle informazioni sull'andamento del progetto, il profilo del referente locale: il suo rapporto con i beneficiari e il suo impegno, le prospettive di superamento della situazione di bisogno. E' importante anche avere conoscenza della storia, delle finalità, dei principi e delle altre attività dell'associazione: la carta costitutiva, lo statuto, i bilanci e le relazioni interne sono utili strumenti a questo fine. In ogni caso l'incontro personale con i responsabili dell'associazione è necessario per chiarire dubbi e indirizzarsi, aiutati dalla loro esperienza, verso l'adozione a distanza più adatta.
L'informazione periodica sull'andamento del progetto e le notizie sulla persona aiutata a distanza in genere fanno parte degli impegni dell'organizzazione e del lavoro del referente. La frequenza di queste comunicazioni varia secondo: l'importanza che l'organizzazione ne attribuisce, le condizioni sociali locali, il tipo di progetto. Gran parte del lavoro viene fatto dal referente il quale relaziona periodicamente sulla situazione complessiva del progetto, invia le notizie (familiari, scolastiche, ecc..) sulle persone aiutate a distanza e a volte corrisponde direttamente con i sostenitori oltre che con l'organizzazione. Questa spesso, tramite giornalini interni, siti internet, incontri ad hoc e altri strumenti divulga informazioni generali sui progetti e sulle situazioni soci-economiche locali. Alcune associazioni periodicamente invitano in Italia i referenti dei progetti affinchè direttamente informino e aggiornino sul loro lavoro e sulla situazione delle adozioni a distanza
Lo scambio epistolare è uno strumento utile nella formazione alla mondialità e di stimolo ai ragazzi aiutati a distanza. Varie sono le difficoltà da superare dovute in massima parte alle differenze linguistiche, culturali, sociali ed economiche: non in tutte le culture la comunicazione scritta è normalmente usata, l'emergenza sociale ed economica fa considerare superfluo il dedicarle tempo e danaro, a volte non è sufficiente conoscere le lingue usate a livello internazionale ma occorre comunicare in lingua locale, in alcune località il servizio postale è inesistente o molto carente. Vi è poi una diversità di esigenze per cui non sempre è facile che entrambe le parti riconoscano o non riconoscano allo scambio epistolare la stessa importanza. Lo scambio di corrispondenza assume un valore fondamentale nel caso che il sostenitore sia una scuola o una classe e che la finalità educativa abbia un ruolo primario. Non sempre sono i sostenitori a lamentarsi della poca corrispondenza, anche le persone aiutate vorrebbero comunicare più frequentemente e i bambini possono sentirsi discriminati nel non ricevere letterine come gli altri. Spesso le associazioni organizzano un servizio di traduzione della corrispondenza e seguono che alle lettere inviate venga data risposta.. Al referente può venire anche demandato il compito di controllare la corrispondenza in modo da evitare di consegnare certe lettere che danneggerebbero i ragazzi aiutati a distanza o di far partire richieste non veritiere o tese a sfruttare la buona fede dei sostenitori.
I regali sono una manifestazione di affetto, di stima, di un rapporto personale e non solo economico. Per questo nelle adozioni a distanza è frequente la richiesta di inviare regali e fa molto piacere ricevere in regalo la foto della persona aiutata a distanza, un suo oggetto o un biglietto di auguri. Occorre comunque tenere sempre conto: della diversità sociali e culturali, per cui un regalo deve essere in sintonia con la realtà di chi lo riceve; di non creare situazioni di privilegio, per questo spesso si consigliano giochi collettivi; della coerenza con il programma di sostegno che si sta sviluppando in loco. E' bene quindi inviare regali e pacchi dono, anche se richiesti, in accordo con l'organizzazione e il referente locale. C'è poi da valutare la convenienza di acquistare il regalo in Italia e affrontare le spese di spedizione, spesso molto care, e il rischio di mancata consegna, elevato in certi paesi, oppure di inviare il corrispettivo e incaricare il referente dell'acquisto in loco. A volte si approfitta dei viaggi di volontari o persone che si recano sul luogo a cui si affidano regali di piccole dimensioni. In alcuni casi l'organizzazione raggruppa molti pacchi e li spedisce, insieme ad altro materiale, per mezzo di containers o realizzando convenzioni con società di spedizione.
I viaggi per un incontro tra i sostenitori e le persone aiutate a distanza, per una conoscenza diretta della situazione sociale di quel paese e per un sano turismo, se ben preparati sono una ottima occasione che rafforza gli obiettivi e le motivazioni del progetto. La possibilità di andare a vedere ciò che si sta facendo grazie al proprio aiuto è la risposta alla giusta diffidenza che spesso molte persone hanno riguardo al buon uso della loro solidarietà.. Il legame umano, che comunque fa parte di questa forma di solidarietà, è un importante stimolo di crescita personale per entrambe le parti e spesso dopo questi viaggi il sostenitore è più coinvolto e partecipe e la persona aiutata si sente più fiduciosa e impegnata a superare le difficoltà che la circondano. La preparazione del viaggio è fondamentale, specialmente per quelle località con situazioni di vita molto diverse dalla nostre, e per non sprecare o rendere dannosa questa occasione, anche costosa, in genere le associazioni stabiliscono degli incontri informativi con i sostenitori intenzionati a partire e coinvolgono direttamente il referente locale riguardo al periodo migliore, al programma in loco e ai "consigli" da seguire. Può essere prevista la possibilità che sostenitori o loro amici trascorrano alcuni mesi nei luoghi dei progetti per fare una esperienza di volontariato internazionale o per una attività di supporto in momenti particolari. L'invitare in Italia la persona aiutata è invece, specialmente se si tratta di bambini, una scelta che va bene ponderata tenendo conto che non sempre per loro il raffronto fra la nostra società e quella dove vivono può essere una esperienza positiva. Occorre valutare, insieme al referente, caso per caso. Diversa è la prospettiva di un invito in Italia in caso di necessità mediche o di attività formative che poi consentano un migliore inserimento sociale nel proprio paese.
La collaborazione dei sostenitori è un elemento fondamentale. Il pagamento del contributo economico non esaurisce il loro impegno né nei confronti dell'organizzazione né verso gli adottati a distanza. Il rispetto delle scadenze, la comunicazione del cambio di indirizzo, l'uso sempre dello stesso cognome a cui è assegnata l'adozione a distanza, l'avviso con un ragionevole anticipo della non possibilità a continuare sono alcuni semplici "doveri" che a volte non vengono rispettati e che appesantiscono il lavoro delle associazioni distogliendo mezzi ed energie dagli obiettivi della solidarietà.. Organizzazione e sostenitore sono uniti nel comune obiettivo dell'aiuto alla persona adottata a distanza e quanto più ampia sarà la loro collaborazione tanto più il sostegno sarà efficace. Forme di collaborazione sono: lo scambio delle notizie che ognuno riceve e che possono riguardare l'adottato, il confronto sulle problematiche che nel tempo si pongono, l'affrontare insieme i cambiamenti e le nuove esigenze che vengono segnalati, il potenziare le capacità economiche e non dell'associazione, l'impegno in attività di volontariato, ecc.. Una forma tipica di collaborazione è l'opera di testimonianza dei sostenitori che coinvolgono altri amici e rafforzano le possibilità solidaristiche del progetto.
La fiducia nel fatto che con l'adozione a distanza il proprio contributo economico arrivi direttamente alla persona che ne ha bisogno è stata la carta vincente di questa forma di solidarietà. La possibilità di ricevere corrispondenza direttamente da chi è aiutato a distanza o dai referenti rafforza il senso di fiducia e la trasparenza nel buon utilizzo delle somme inviate. Gli scandali sulla cooperazione internazionale dello Stato, gli sprechi e l'enormità delle spese burocratiche e di gestione hanno portato chi vuole fare solidarietà a preferire la certezza di piccole organizzazioni conosciute e di piccoli progetti di aiuto più controllabili e con la possibilità di un coinvolgimento maggiore. Essendo molto cresciuto il numero di adozioni a distanza, oggi non sempre si ha la possibilità di conoscere direttamente le persone che operano all'estero o i responsabili delle associazioni. Anche qui l'amico, o il vip, che ha già una esperienza del genere è la prima fonte di fiducia. La stampa e la televisione con le immagini drammatiche di bambini e comunità povere, sofferenti, emarginate accrescono l'emotività e la frustrazione provocando il bisogno di intervenire personalmente. In genere questi servizi si concludono con l'indirizzo di organizzazioni umanitarie a cui si è invitati a dare fiducia e sostegno. Ultimamente sono stati realizzati anche spot che invitano all'adozione a distanza. Buona norma è quella di non fidarci ciecamente della pubblicità in genere, anche se a norma di legge, ma di utilizzarla come mezzo informativo da vagliare criticamente. Una fiducia consapevole può nascere solo da una informazione veritiera, completa, trasparente, e verificabile. Un attestato di fiducia è anche il far parte di un Coordinamento, di un Comitato o di una Federazione che garantisce sulla serietà, onestà e competenza dei suoi membri e che attua iniziative per una sempre maggiore comunicazione con i cittadini.
La "Carta dei principi sul sostegno a distanza " è stata sottoscritta da numerose organizzazioni del settore che interessate a mantenere la fiducia dell'opinione pubblica hanno inteso prendere pubblicamente alcuni rilevanti impegni per tutelare i diritti dei bambini e delle comunità sostenute, e per garantire i diritti dei cittadini all'informazione, alla trasparenza e al buon uso del loro denaro.
L'impegno economico comprende: la parte ( tra 80% e 100%) che viene mandata direttamente al referente per le finalità del progetto di adozione a distanza e quasi sempre una percentuale che trattiene l'organizzazione per le sue spese di gestione. La cifra complessiva varia da progetto a progetto e in genere va dalle 10.000 alle 150.000 lire al mese. A volte, per consentire una maggiore partecipazione, l'importo occorrente per una singola adozione a distanza viene suddiviso in quote così che anche più sostenitori possono aiutare la stessa persona. L'impegno economico non riguarda solo il sostenitore ma anche l'organizzazione e a volte i beneficiari. L'organizzazione avviato un progetto se ne assume la responsabilità, anche economica, e utilizzerà tutti i propri mezzi per raggiungere gli obiettivi fissati. Impegni economici, anche nella forma di attività lavorative o simili, possono essere previsti per i beneficiari nel caso di progetti che forniscono anche strumenti o attività di autosostentamento (laboratori artigianali, ecc..) il cui ricavo gradualmente dovrebbe portare ad un autofinanziamento locale per cui non diviene più necessario l'aiuto esterno. Gli statuti delle associazioni a volte prevedono che coloro che versano la quota dell'adozione sono automaticamente anche soci, ordinari o sostenitori; a volte occorre versare una cifra aggiuntiva.
Le modalità di pagamento possono prevedere varie forme di scadenze: mensile, semestrale, annuale, ecc.. che è importante rispettare in quanto in genere corrispondono all'invio dei fondi ai beneficiari. Non sempre è prevista una forma di preavviso per ricordare le scadenze. I pagamenti avvengono o direttamente con la consegna del denaro al responsabile dell'organizzazione e il ritiro di una ricevuta o tramite conto postale o bancario. E' possibile detrarre dalle imposte sui redditi gli importi per l'adozione a distanza se versati a una associazione ONLUS, se eseguiti tramite banca o ufficio postale e per un importo annuo non superiore a 4 milioni di lire
I fondi raccolti per le adozioni a distanza, detratta la percentuale per le spese di gestione se prevista, vengono periodicamente inviati al referente locale. Questi provvede direttamente alle spese per le singole persone adottate secondo le finalità del progetto e quasi mai da i soldi al bambino o alla sua famiglia in quanto sarebbe difficile il controllo sul loro effettivo utilizzo. Il referente periodicamente invia il resoconto sulla gestione dei fondi all'organizzazione che costantemente ne verifica l'operato
Le spese di gestione delle organizzazioni che si occupano di adozione a distanza dipendono dalla loro natura, dalla loro grandezza e riflettono scelte che a volte si ritrovano anche negli statuti o nei documenti fondamentali. Molte evitano certe spese grazie al volontariato, all'utilizzo degli obiettori di coscienza, all'essere ospitate presso locali pubblici, parrocchiali, di altre associazioni o di propri soci, ecc.. In ogni caso c'è una generalizzata accortezza riguardo alle spese ed è molto bassa l'incidenza degli sprechi. Lo sviluppo di servizi comuni a più associazioni e il loro coordinamento è una strada che si sta percorrendo al fine della riduzione e dell'ottimizzazione di certi costi. Le spese di gestione vengono sostenute trattenendo una percentuale sugli importi dell'adozione a distanza ( in genere non oltre il 15%), con iniziative di autofinanziamento, con attività economiche collaterali o ricorrendo a contributi pubblici.
La durata delle adozioni a distanza è in relazione alle finalità del progetto. L'aiuto termina al superamento della situazione di bisogno. A volte occorre preventivare molto tempo, ad esempio per il sostegno alla scuola dell'obbligo, e mentre l'organizzazione lavora in questa prospettiva al sostenitore si richiede l'impegno minimo di qualche anno e di preavvisare alcuni mesi prima una sua eventuale interruzione..
La continuità è una caratteristica di questa forma di solidarietà in quanto educa alla consapevolezza delle ingiustizie e della povertà in cui versano milioni di persone, al rispetto delle diversità sociali e culturali, ad un rapporto umano solidale e condiviso. Nello stesso tempo fa vivere l'esperienza di una solidarietà non superficiale, non spettacolare e che non si limita all'emergenza delle tragedie e alle proprie effimere emotività. L'adozione a distanza è la proposta di una solidarietà matura e concreta e la continuità garantisce alle persone aiutate un finanziamento stabile per le attività di sostegno.
L'interruzione ad opera del sostenitore può essere dovuta: alla cambiata situazione personale o economica, qualche volta alla delusione delle aspettative e più frequentemente a forme di disinteresse Per evitare abbandoni dovuti a delusioni o disinteresse, che spesso non vengono preavvisati e che rischiano di danneggiare la prosecuzione del progetto e la fiducia nella solidarietà, è importante che la scelta dell'adozione a distanza sia presa con serietà e consapevolezza e che il rapporto con le associazioni sia continuo. Quando il sostenitore non rinnova o interrompe il sostegno l'associazione trova un'altra persona che continuerà fino al termine del progetto. A volte è lo stesso sostenitore che presenta all'associazione chi potrà continuare al suo posto. Un grosso problema è invece rappresentato dal fatto che soprattutto in mancanza di preavviso passino alcuni mesi durante i quali nessuno sostiene la persona aiutata a distanza. In genere le organizzazioni fanno fronte a queste evenienze con le proprie capacità o ricorrendo alla solidarietà dei loro aderenti, dei sostenitori di altri progetti o di organizzazioni amiche..
La sostituzione della persona aiutata avviene quando l'associazione, su consiglio del referente in loco, verifica la mancanza dei motivi che giustificano il sostegno ( ad esempio le cambiate condizioni economiche del beneficiario ...) o l'impossibilità a proseguirlo ( ad esempio il suo trasferimento ....) e comunica al sostenitore l'interruzione dell'adozione a distanza proponendo di continuare l'aiuto a favore di un'altra persona. L'organizzazione può decidere di interrompere il sostegno se per la persona beneficiata questo non diviene uno strumento di crescita, ma una forma di assistenzialismo, per cui al sostenitore viene proposto di indirizzare l'aiuto verso altre persone altrettanto bisognose ma disponibili ad impegnarsi per migliorare la propria situazione. Questa decisione prima di essere presa viene attentamente ponderata e viene considerata come ultima ratio; in tali casi è in genere il referente locale che scrive direttamente al sostenitore spiegandone le motivazioni.
I risultati raggiunti al termine dell'adozione a distanza sono senz'altro positivi. La persona sostenuta è stata aiutata a superare il suo stato di bisogno e, come è diritto di ognuno di noi, ha avuto la possibilità e i mezzi necessari per costruirsi un futuro dignitoso. Dipenderà adesso solo da lei, nei limiti della situazione sociale del posto, mettere a frutto quanto ricevuto. Vi sono alcune persone che grazie all'adozione a distanza sono oggi: qualificati professionisti, docenti universitari, eminenti religiosi e molti semplicemente insegnanti, medici, operatori sociali nelle stesse zone d'origine dove ancora manca tutto. Ve ne sono altre che finito il sostegno non ce l'hanno fatta. Alcuni restano impegnate all'interno delle organizzazioni e divengono responsabili locali di nuove adozioni a distanza. E' sbagliato pretendere che le persone aiutate, specialmente se bambini, abbiano il futuro che immaginiamo noi e giudicarle in base alle nostre pretese. Il sostegno a distanza, proprio come avviene con i figli, è una azione gratuita e doverosa in quanto diamo ciò che è già un loro diritto, restituiamo parte di quello che la storia passata e presente ingiustamente gli ha tolto. Terminata l'adozione a distanza, specialmente se è durata diversi anni, se la persona aiutata è adulta e se il rapporto epistolare è stato ben sviluppato, l'amicizia e la corrispondenza possono continuare direttamente senza il tramite dell'associazione. In alcuni casi il sostenitore inizia un nuovo sostegno continuando il rapporto con la persona aiutata in precedenza.